mercoledì 28 marzo 2012

Concreta girellava nei suoi labirinti. Lei sempre affamata di emozione, che a volte per il tanto cercare perdeva di vista il senso vero e alterava il reale per donarsi pietosa qualcosa in cui riversare la malinconia che spesso sentiva avanzarle. Certe cose si fanno e certe non si fanno. Si era svegliata con addosso il ricordo di qualcosa che l’aveva resa leggera,  mentre si lavava i denti riflessa in quello specchio solito aveva capito che sarebbe stato un giorno bello. Oggi era un giorno bello. Le sue dita ritrovavano il giusto tremore, per l’anima e per tutto quello che stava latente appoggiato in qualche parte di lei. 
Quando sarò finalmente di nuovo totalmente libera
tu non potrai più eluderti da me.
Allora ti strariperà ogni cosa mia/
e saremo felici
e giocheremo dalla mattina alla sera
e ti tratterrò senza alcuna forza

tra le mie scapole.

lunedì 26 marzo 2012


Io ho continuamente voglia di


tremarti...

martedì 20 marzo 2012



Imprecavo spesso
stavo sbiadita
e ora che finalmente vedo
semplicemente
mi lucido le labbra

Per amarsi serve un’emozione vera.

giovedì 15 marzo 2012

Basta. B A S T A. Mi prendo per i capelli e faccio che basta. Troppi giorni di implosioni di finta redenzione di trattenuta emotività e di sigarette amare e assenza d’immaginazione. Stamattina ho visto fiorire il pesco, è stato come se si schiudesse davanti ai miei occhi. Facciamo così… io non mi trattengo più e se precipito pazienza. Non sono fatta per essere insipida e non capisco nemmeno come mi sia venuto in mente. È colloso ogni mio istinto e ci sto io e ci stai tu. Questa cosa che mi è capitata tra le mani e al tatto ha una consistenza così reale e miracolosa. Mi concentro solo sul niente, do importanza al nulla. Mi rotolo nel niente da giorni e giorni come fosse la sola cosa che conta, più della sua saliva e dei suoi occhi e di tutti i suoi mondi bellissimi. Fanculo/sono stupida. Non ti muovere da dove stai, non guardare questi buchi neri di me che poi passa. Passa subito/lo giuro. Sta passando. È passato.

E tutti i figuranti che vengono di notte.
Certi mi raccontano storie
altri masticano tabacco e aspettano che sia io a parlare.

Lascio crollare le difese e presto mischiamoci la carne perché io ne ho bisogno. Un angolo di regno dei cieli. Beatificazione e olio di mandorle. Strappo le corde che sento a costringermi i polsi ed anche il petto e mi soffio nell’ombelico. Raschio la superficie e ritrovo l’autentico che fingevo di non sentire più. Certe volte la pelle si secca per paura. Ma io voglio stare dove sto/dove stanno le mie cose/dove stai tu. Io ti ho cercato così tanto, perché ora dovrei tirarmi indietro? Scrivo come un’incapace. Scrivo a tratti. Scrivo a singhiozzi.

E un lontanissimo odore di qualcosa che è stato
viene a  distrarmi dalla corsa.
Mi mozzico e torno mia.

Voglio giocare a campana con Emran. Lentissima e rituale. Sorrido e penso a quante cose dobbiamo ancora fare. Liquida strappo via questa patina che da giorni ho sugli occhi e dal loro fondo vorrei chiederti di farlo.

Sì. Facciamo l’amore io e te?

lunedì 12 marzo 2012


Picchiettava le dita sull’orlo di un bicchiere. vicino odori e facce e bambini e legno e pensieri e vita. Le mani le si erano un po’ freddate, intorno alle unghie si era mangiata il possibile e per vizio non per nervoso. Sapeva di avere ancora tanto sporco da pulirsi. E sapeva anche quanta fosse la paura. Lei aveva paura. La riconosceva, le stava poggiata sulla schiena spesso ultimamente. Quelle cose che ti restano attaccate alle ossa anche quando credi di aver capito tutto. Aspettava senza smania d’attesa. Rifletteva spesso sul concetto genuino di “giorno dopo”. Perché c’è sempre un giorno dopo.  Quello s’era seduto al loro tavolo e scolava rassegnazione mentre parlava della vita che aveva scelto, così lei aveva ancora una volta sorriso nella sicurezza che mai si sarebbe rassegnata. Poi come un odore vivo, la certezza nel petto di stare bene


/che tanto poi è già il giorno dopo.

sabato 10 marzo 2012

E' inutile rifarsi il trucco
e ridiscutere le posizioni.
E' inutile. Mi svuoto
e decido di farmi un bagno bollente.
Vorrei ora una cantilena
infilzata nelle tempie.
Cerchi concentrici/annullamento
freddo e assenza di iniziative.
Acqua densa/resistenza/mutismo.
Tutte queste sensazioni...
devo sbrigarmi a pisciarle via.


Mi violento spesso
e subito dopo
scelgo.

venerdì 9 marzo 2012


Mi vai
almeno quanto questo sole.
Trasparenze e pelle.
Io voglio.

martedì 6 marzo 2012

Stava asciutta a masticare fili di caramello. Quando girellava immaginava la vita della gente, a quelli con gli occhi vivi regalava sempre qualcosa di luccicante e a quelli con il grigio tutt'intorno faceva capitare spesso qualcosa di divertente. Non riusciva più ad attraversare quelle parti che credeva di conoscere bene, non ancora o almeno non come un tempo. Si sentiva un po’ fuori posto negli ultimi giorni, né bella né brutta, un po’ insapore e soprattutto eventuale. Ecco sì, in questi giorni si sentiva molto eventuale. Considerava la clemenza e l’inclemenza e spostava le convinzioni. Le riordinava di continuo per capire e soprattutto trovava loro nuovi sensi seppur superficiali. Significati sconosciuti fino a quel momento, significati mai ascoltati che subito si gonfiavano di probabilità nuove. Poi zitta zitta restava a guardare. Dolcemente in attesa. Pazientemente in sospensione.