sabato 30 aprile 2011


Quotidianità e appartenenza.
Credo sia questo il bisogno più intimo ora.
Senza stranezze
la normalità più intima che si fa carezza.
Ho la pelle profumata
e gli occhi luminosi.
Questo basta a rendermi sicura.

martedì 26 aprile 2011


Dovrei.


Potrei.


Se solo volessi.

Proprio non mi riesce in questo momento.
Stare.
Stare dove voglio non è stare dove sto.
Allora fatico a stare... in generale.
Ma nell'intimo riconosco tutti i rumori del
mutare.
Imparo l'attesa più di sempre
e gioco ad inventare forme per le nuvole.
Prima che ogni cosa sia materica.

venerdì 22 aprile 2011


Danza miracolosa.
Bellezza sublime.


Lieve mutare


/sognando
ancora una volta


/che tutto sia possibile.


Bene. Ci stavano gli occhi di tutti e andava bene.
La bellezza che sta nelle forme, nei pensieri e nei respiri…
E’ stata una capriola dentro al cielo/l’attimo in cui la vita ti travolge
e tu non puoi che assecondare ogni suo capriccio in movimento.
Ed era così bello. Ed è così bello.

Scoprire lei che ti sta dentro come qualcosa di irrinunciabile nella vita
e scoprire lui, che lo conosci appena ma ha un cuore grande come il miracolo del pane fatto in casa.
O lui che fa rumore ma è indispensabile,

come lei che salta sulle nuvole e vibra.
Ognuno di noi sotto lo stesso cielo
impegnati solo a vivere. Solo a viverci.
E mi sento così tanto fortunata.

Guardavo quel blocco di cemento e vedevo che non bastava a fermare la forza della schiuma.
Lei lo superava e lo vinceva con la sua spinta naturale
restava compiuta, lieve ed elegante
poi lo scavalcava violentando la sua durezza
in onda arrivava dove doveva.

E più giù il mare finiva/incontrava il cielo
mentre noi eravamo tutti funamboli
su quella linea d’orizzonte.

giovedì 21 aprile 2011


E’ venuto a prendermi bagnato e lucido, con i piedi che si appiccicavano sull’asfalto. Sembrava che tutto stesse per liquefarsi. Pioveva così fitto. Guardavamo proiezioni cromatiche spruzzate d’acrilico. E’ venuto a prendermi che sembrava già notte. Tremolavo sulle gambe, mi vedevo come una bimba pura ad una fiera di paese, con una mela stregata tra le mani a guardare con occhi di spugna. Mettevo a fuoco tutto un attimo prima che prendesse fuoco. Eccitata e stordita. Conferme d’amore donato intorno. Quelle braccia sempre pronte, sempre più mie e intanto l’alcool che ci colora di rosa le guance. Ed è come quando le unghie fanno linee sulla pelle. Sorrido - Ora che ogni nodo è sciolto/ora che ogni suono è nuovo. Tutto quello che ci attraversa non può essere più eluso dal presente. Il passato ci costruisce e resta bello, ci fa gli occhi come cunicoli di magia. Ricettività composta per imparare come fare. Per imparare ancora una volta dove e come essere, impregnata e diversa. Esistere di nuovo/nel nuovo. E’ venuto a prendermi senza che io chiedessi nulla, per raccontarmi di quel pezzo di lui che si staccava per sempre, o semplicemente per ricordarmi che devo aspirare più forte. Modulare il fiato per la vita.
Mia

di nuovo

mi immergo.