[Robert Doisneau]
Credo sia inevitabile,
come quando ti spezzi un unghia e l'armonia composta di dieci dita si perde.
Così prendi e ti fermi, resti immobile che tanto di parole ne hai dette tante.
Ho la gola viva e quando parlo io esisto, quando prometto io sento, quando lecco
o bacio o gioco o sorrido o faccio l'amore io lo sento in ogni parte di me. Uno specchio rotto e la foto di quando eri bambina che brucia. And it’s all over now, Baby Blue. Poi ci sono quelle donne là, quelle che
in assenza di contenuti di vero sentire di sogni e fantasia si prendono quanto
basta e va lo stesso bene. Poi ci sono quelle che non sono io. Nessun giudizio,
nessun bisogno di possesso, nessuna ostentata superiorità lo giuro... And it’s all over now, Baby Blue. Il mio è solo un
proposito altro che però capisco non debba per forza essere condiviso. Non ho nessuna ambizione al martirio. Succede che pisci su una cosa e quella diventa più tua e più la senti
tua più vuoi difenderla, e vuoi che non si sporchi mai, vuoi che la purezza
brilli sempre e vuoi che nessuno, soprattutto per noia, venga a stropicciarla. And it’s all over now, Baby Blue. Che è stato tutto così veloce e impregnato che forse non poteva andare in nessun altro modo, infondo. L’ultimo
pezzetto di ghiacciolo, proprio quando ormai gocciola da tutte le parti e solo
allora sembra immensamente buono. Sorrisi e braccia di esistenza, le tue che torni
dopo aver per mesi masticato come volevi la vita e io che capisco ancora
una volta che il senso profondo di ogni cosa sta in questo ballo di petto. In tutto
quello che è veramente mio e sbatte ogni sacrosanto momento. And it’s all over now, Baby Blue. L’attimo
che tende al respiro, che nel respiro si orienta per poi essere sempre. Stasera s’asciuga
la luna senza che io sia riuscita a vederla.