venerdì 27 aprile 2012

[Robert Doisneau]

Credo sia inevitabile, come quando ti spezzi un unghia e l'armonia composta di dieci dita si perde. Così prendi e ti fermi, resti immobile che tanto di parole ne hai dette tante. Ho la gola viva e quando parlo io esisto, quando prometto io sento, quando lecco o bacio o gioco o sorrido o faccio l'amore io lo sento in ogni parte di me. Uno specchio rotto e la foto di quando eri bambina che brucia. And it’s all over now, Baby Blue. Poi ci sono quelle donne là, quelle che in assenza di contenuti di vero sentire di sogni e fantasia si prendono quanto basta e va lo stesso bene. Poi ci sono quelle che non sono io. Nessun giudizio, nessun bisogno di possesso, nessuna ostentata superiorità lo giuro... And it’s all over now, Baby Blue. Il mio è solo un proposito altro che però capisco non debba per forza essere condiviso. Non ho nessuna ambizione al martirio. Succede che pisci su una cosa e quella diventa più tua e più la senti tua più vuoi difenderla, e vuoi che non si sporchi mai, vuoi che la purezza brilli sempre e vuoi che nessuno, soprattutto per noia, venga a stropicciarla. And it’s all over now, Baby Blue. Che è stato tutto così veloce e impregnato che forse non poteva andare in nessun altro modo, infondo. L’ultimo pezzetto di ghiacciolo, proprio quando ormai gocciola da tutte le parti e solo allora sembra immensamente buono. Sorrisi e braccia di esistenza, le tue che torni dopo aver per mesi masticato come volevi la vita e io che capisco ancora una volta che il senso profondo di ogni cosa sta in questo ballo di petto. In tutto quello che è veramente mio e sbatte ogni sacrosanto momento. And it’s all over now, Baby Blue. L’attimo che tende al respiro, che nel respiro si orienta per poi essere sempre. Stasera s’asciuga la luna senza che io sia riuscita a vederla. 

lunedì 23 aprile 2012

Tutto quello che è proprio per me
e mi ossigena gli occhi.
Le energie
sprecate in troppe probabilità.
Quello che crediamo non sia
potrebbe comunque essere
/e allora non serve.
Non ne vale mai la pena.
Mi suda la pelle mentre corro
e scopro un nuovo modo 
di essere viva.
In più le dita che governano le corde
e le anche che tengono il tempo.
Una scoperta continua
senza curare alcuna probabilità.


Tutto quello che è per me
e mi ossigena gli occhi.

domenica 22 aprile 2012


Consideriamoci sgombri

sorrido

sabato 21 aprile 2012


L'essere qualsiasi cosa. Dimenticare la paura e guardare quanto esiste. La lotta antica ed estenuante tra ragione e pancia. Pulsioni/io vittima. Affidarsi agli istinti poi colorarsi le unghie. Sei nata donna. Tu sei nata donna. Tanti passi oltre il concetto d'amore. Posso odorarti ancora una volta? Nostalgia prima ancora che sia mancanza. Ci sono cose che restano così tra mare e cielo e nessuno mai dovrebbe ostinarsi a volerle diverse, ma è anche vero che l'istinto è tutta un'altra cosa. Certe volte ti si asciuga la bocca e ti suonano le ossa.
Sarebbe così semplice. 


martedì 17 aprile 2012

E sentire di nuovo
l'appartenenza.
Addosso come animali/
che la pelle e l'odore
non mentono mai.
Imparando possibilità
mentre mi specchio
friabile.
Di continuo un nuovo inizio
senza rinnegare/si mai.


Insieme.

venerdì 13 aprile 2012


E la presunzione mia
nel volere che tutto 
sia speciale.
L'illusione 
e dopo il sale.

giovedì 12 aprile 2012

L'amarezza
e mille girandole di cristallo
che si frantumano.
I miei occhi nello specchio/stamattina
la ricerca e il vuoto.


L'amarezza.

mercoledì 11 aprile 2012

Ho voglia di tenermi.
E invece mi guardo
cadere.
Trattengo la saliva
prima di buttarla giù 
spero
così di trovarne il sapore.
Finisce /
per come è.
Non ha sapore.
Lasciando indietro sensi
/trovandone subito di nuovi.
Girandole di spicchi colorati
che quando passa il rosso
subito manca.
L'intenzione.
Forzare mi pesa sulle spalle.
Non ho voglia
o più semplicemente capisco.


Mi sento acerba.


Ho sempre aspirato a quel coito
oggi rinuncio.

martedì 3 aprile 2012

Stasera ricucio ombre
come bambole di pezza.
Fumo poi mi spengo
che domani è già pronto.

lunedì 2 aprile 2012

Il trabocco del tempo

un rutto d’eccitazione

subito dopo l’ancora.
Qualcosa di interessante/entusiasmante
si spiccica da dove s’era sistemato
che siamo fatti di istinti ed emotività.
L’intenzione serve a poco
quella degli altri/la mia è provvidenziale.
Da oggi stiro il probabile
/tolgo tutte le pieghe. Un divenire inamidato.
Non ho mai creduto che le trasformazioni
fossero robetta per gente semplice/
Mi rompo le ossa magari.
Ho tutti voglio conficcati nella fronte
senza perderne uno/ piuttosto aggiungendone ancora.
Ed ho intenzione di risentire la tenerezza
e di accettare che sono stata io.

Quando mi stanco penso all’odore del basilico
e alla certezza di voler essere 
ancora più bella.