lunedì 31 ottobre 2011

Prendimi per mano
e portami oltre questa nebbia.

giovedì 27 ottobre 2011

Entro in una stanza. Prima resto immobile, cerco di capire cosa fare e soprattutto perché. Poi starnutisco. Poi sospiro. Cammino verso la finestra, mi aggrappo alle pesanti tende per tirarle via. L'ambiente odora di polvere e rancore. C'è più luce ma anche fuori è grigio. Guardo aldilà dei vetri e lentamente mi volto per fissare il dentro. A terra pezzi di vetro e di carta strappata e umido di un qualche liquido e schifo. Sono confusa e mi conto i respiri. Faccio qualche passo ed è come se non sentissi le gambe il corpo il sangue. Sì, li ho uccisi io quei cigni neri. Ho strappato i loro becchi li ho maledetti. Ho ucciso i cigni perché loro mi impedivano di sognare ancora. Fa freddo. Mi guardo le mani. Richiudo le tende, che ora sembrano pesare meno. Lascio il dentro al buio. Mi sistemo in un angolo e mi addormento.

mercoledì 26 ottobre 2011

martedì 25 ottobre 2011

Sto spalancando con calci decisi tutte le porte.
Ho il fiato corto
le guance arrossate e le mani congelate.


C'è qualcosa di/ 
infinitamente profondo.
Con le mani strette intorno alla fronte
con le mani che tremano e stanno là
decise a sostenere comprimere asfissiare
le tempie.
Un fastidio che nasce dalla rassegnazione
o un fastidio e basta senza doverlo impacchettare.
E' fastidio e   b  a  s  t  a.
Pagherei fino al terzo strato di pelle per rivedere la purezza.
Là dove l'ho sempre vista/
o meglio là dove ho sempre voluto inventare di vederla.
Ecco è sempre questo. L'invenzione.
Eppure di te ricordo tutto
l'odore della pelle e l'umido dei tuoi occhi.
Nel fondo dove io credevo di saper guardare.
Tutti i colori. Ricordo tutto.
Sono sicura di aver visto un giorno Zeus inginocchiarsi
e regalarci l'Olimpo tanto era quello che avevamo.
Ora vibro e mi stringo le tempie.
Forse erano solo visioni. Solo invenzioni.
Anche se 
io di te ricordo tutto.

lunedì 24 ottobre 2011

Un paese di pietre bianche e lisce dove l'odore di inverno ti fa pizzicare il naso. Mi riconoscono tutte quelle facce e mi salutano con slanci d'affetto impagabile. Mentre cammino e cerco di ritrovarmi dentro quei vicoli lascio che il vento mi sposti la sciarpa leggera, che tanto lei non si impegna a contrastarlo. Mi rivedo intorno a quella fontana. Bambina e poi adolescente. Mi guardo ora donna. E' passato così tanto tempo eppure nei miei ricordi non sembra sia così lontano. Le persone di questo paese hanno gli occhi buoni e il cielo quando si fa notte è zeppo di punti luminosi che sembra non ti bastino i tuoi di occhi per rincorrerli ed è una visione così intensa che in un attimo in un momento smetti di sentire il peso di ogni cosa e potresti cominciare l'ascesa verso di loro verso di lui con la leggerezza dell'elio dentro la pelle ridendo forte mentre ti risucchia il blu. Avevo bisogno di morbidezze. Del camino dentro la stanza e una partita a scacchi mal riuscita come tutte quelle della mia vita. Io davanti agli scacchi con mio padre e lui che vince sempre. Non succedeva da troppo. Ho sempre paura non succeda più quando riparto. Continuo a chiedermi se è colpa sua. Se è per colpa di questo uomo che ormai si sta facendo vecchio che ho scelto l'amore dell'abbandono fino ad oggi. Non ho più il bisogno morboso di risposte. Prima di uscire da casa sempre mi volto indietro, come se volessi pregarla di fargli compagnia. Come se volessi raccomandarmi a lei perché stringa e scaldi la sua solitudine. Avrei voluto un'altra vita per loro, per entrambi, ed ho schiumato rabbia mille volte perché non volevo accettare la mia impotenza. Ora so che posso decidere solo per me e che loro hanno scelto per loro stessi e sceglieranno ancora. Le pietre bianche di questo paese restano per me confetti dolci e allora semplicemente non vedo l'ora che nevichi di nuovo.
La vita è veramente tanto bella. 

mercoledì 19 ottobre 2011



Nessuno mi vivrà mai più
come te.

martedì 18 ottobre 2011

Un capogiro.
Le labbra asciutte strette mentre la bocca si impregna di saliva.
Schiuma.
Una cima altissima dove sto stretta al vento
e dalle tempie ai piedi mi libero
da ogni pensiero/bisogno/frustrazione di impotenza.
Non sento freddo e mi stringo
con le sole due braccia possibili. Le mie.

Collosa e vibrante


sensazione.

domenica 16 ottobre 2011


G  i  o  c  o


e cerco il senso profondo del
"coraggio intellettuale della verità"

giovedì 13 ottobre 2011

Ho nostalgia delle pulsioni che mi davi.
Fili d'erba verdi
come fossero ricami.
Saggezza e sincerità
di odori e forme.
Serena essenza in cui nascondersi
/credendo.
Vorrei cacciare ogni cosa per accoglierti ancora.
Ho nostalgia di quella mia fiducia inalterata.
Bianca. Tua.
Ho 
paura 
della 
polvere
e l'idea di tremare ancora
anche solo per un momento
è più forte di ogni mia razionale iperbole.

mercoledì 12 ottobre 2011

C'è una strana leggerezza mischiata al mio respiro. Mi guardo attraversare strade rivolgermi alla gente stare in posti del tutto nuovi o anche solo prendermi un caffè al vetro macchiato come piace a me e mi sento definita. Come fossi disegnata a china da mani esperte su un foglio grezzo e vivo. Sono compiuta ogni giorno di più. Affogo in mille pensieri e infiniti progetti. Sto attenta a tutto quello che faccio e la mia testa non smette un solo secondo di pensare e decidere e agire per muovere il corpo dove devo. Non appartengo all'immagine che nei miei occhi hanno certe vite. Continuo a dirmi che la mia deve essere diversa e so sempre più profondamente quello che voglio e perché lo voglio. Fatico che certe volte mi lascerei cadere a peso morto ma subito penso che tutto è possibile. Questo posto molto spesso è una catarsi. Inizio da "c'è una strana leggerezza mischiata al mio respiro" e arrivo dove l'acqua è più profonda e arrivo chissà dove. Per troppo tanto tempo mi sono solo accontentata. L'energia maschile che sta in una donna. Quella del guerriero. Quella che quando esce non puoi proprio più fermarla. Quell'energia capace di  t r a s c i n a r e.
Ci stava una bambina che mi guardava zitta zitta. Io ogni tanto, mentre facevo il mio, le sorridevo. Dopo un po' le ho dato una penna ed un foglio di carta e le ho detto "mi aiuti?" lei inizialmente, con quella timidezza brillante che trovi pulita negli occhi dei bambini, non ha toccato né carta né penna. Ha guardato la sua mamma per farsi rassicurare. Poi di nuovo dritta nei miei occhi. Io ho aggiunto "facciamo che lascio tutto lì, quando e se hai voglia mi aiuti". Allora lei, finalmente sicura mi ha detto "sai che quando gioco io faccio sempre finta di essere te?". Mi sono sentita di sole.

Anche io non vorrei essere nessun'altra che me.

lunedì 10 ottobre 2011


Da qualche parte. Assurdamente. Certamente.

giovedì 6 ottobre 2011

Ho corso tutto il giorno. Corro di continuo. Non mi fermo un momento. Quasi dimentico i contorni per quanto mi risucchiano le giornate. Tempo su tempo che si accumula. Non ci posso far nulla, deve essere così. Vivi momenti velocissimi prima. Dopo ne vivi altri che sono anche più veloci. Ecco giornate così, che mi sfiancano e piombano su nottate insonni. Sì, perché solo la notte mi riesce di stare un momento tra me e me e allora cerco di farlo. Non butto tempo dormendo. Ho corso tutto il giorno e prima che girasse la chiave mi sono infilata in una libreria. Ho implorato la commessa di aver pazienza perché stasera dovevo assolutamente leggere un libro. Lei ha sorriso. Io ho cercato di fare in fretta. Ne ho scelti due. Li stringevo al petto prima ancora di pagarli. Quasi a disagio per il delirio compulsivo che avevo avuto. Ho pagato, non li ho fatti imbustare e finalmente lenta sono tornata verso casa. Camminavo piano piano piano e ritrovavo il ritmo. Basta regalarsi il giusto. Sempre.

mercoledì 5 ottobre 2011


Un oceano che sorprende
prima che si strappi l’ultima onda.
Tonfi di creazione
poi schiuma.

Veloce come un amen io ti prego

/sparisci

martedì 4 ottobre 2011


Mentre mi conto le ciglia prima di dormire...


Da.qualche.parte
s o t t o la pelle /io so
di amarti ancora.

domenica 2 ottobre 2011

Stasera sono tornata a casa scalza.
Ti ho cercato.
Dove posso.
Ancora una volta voyeur
attraveso rettangoli inanimati di consolazione. 
Devianze necessarie a mascherare assenze.
Sbavature di colore su tele già finite.
Stasera sono tornata a casa asciutta.
L'aria fuori era finalmente un po' più fresca
io non avevo motivi
per sciogliere anche la più banale delle sensazioni.
Roma di notte ha la pelle luminosa e il respiro lento.
Strati di rumore isolavano il mio silenzio
lo coprivano e mi lasciavano al sicuro.
Voglio stanotte tantissimo.
...

Ancora una volta l'eleganza dei tulipani
e la bellezza luminosa di tutto quello che sento.