Ricordo ogni fisiologico bisogno.
L'unico dente di una bocca
tra balletti di lingua.
Visioni. Alterazioni.
Fatica.
Cerco spesso irrisolti
per ritrovarmi esattamente lì.
Credo tu così ci stia salvando/
credo.
Ascoltare sarebbe buono
lasciare andare provvidenziale.
Non so dove intendo arrivare
ed ora inizia il tempo dei colori vivi.
Il caldo e la pelle bollente.
Un'estate fa implodevo in ogni respiro
oggi aspetto a cosce aperte
ogni eventuale probabilità.
Sono diverse le intenzioni
sono diversa io/
da te tantissimo.
Un ritmo emozionale che mi altera...
le luci spente di una giostra
il ritornello di tutte le voci che là sopra ridevano
circolo vizioso di continuità e fine.
Come è normale che sia.
Sto qui e tutto da capo ancora una volta
/troppo
una spinta del bacino
e ancora un'altra. Ancora.
Sarà qualcosa o forse niente/
sarà la corsa o magari solo la rincorsa/
sarò io con tutto l'umido di cui sono capace/
sarà che delle volte si raccoglie sabbia
per tirarsela in faccia/
qualcosa che gratta la gola/
come il bello che sembra inevitabile/
quello mio/quello che io posso/
puoi stare ancora un po' se vuoi/
puoi lucidarti le scarpe e sentirti ancora più bello/
se vuoi/
senza alcuna fatica che non è necessaria/
non per te/non per te fuori da noi/
mi obbligo all'immobilità e respiro lungo/
respiro e mi accetto/immobile
che poi eventualmente
piano piano.
mercoledì 30 maggio 2012
domenica 20 maggio 2012
Vattene via/scappa via/corri via
trattenendo
la voce/respingendo il respiro.
L’unico
suono possibile. Il solo. Da sola.
Fa un
sacco di rumore
e
credo sia troppo per chiunque.
Non
cerco alcuna giustificazione, no.
C’è
sempre un momento in cui la luce si stanca di me.
Mi sto
commiserando
uno di
quei momenti gonfi di aria
acrilici/liofilizzati.
Cerco
di disegnarmi nella testa
un
luogo felice e leggero in cui strillare,
ma
anche la mia testa non ha più isole
e i
gabbiani sono animali sporchi.
Farnetico
con le dita
mi
spingo per cercare sobbalzi
in cui
scontare l’assenza di equilibrio.
Non ci
salva la pretesa
mai/mai/mai/mai
non ci
salva l’autenticità
che
lascia andare le cose dove vogliono.
Non ci
salviamo mai.
Ho messo
le dita sotto l’acqua
lei ci
passava attraverso
per lasciarle bagnate
e basta.
sabato 19 maggio 2012
martedì 15 maggio 2012
Tendere.
Qualcosa che mi rinfresca
l'ora prima e anche quella dopo.
Mi sento adulta e concreta.
Serena.
Tutti gli odori si amplificano
riconosco e scopro.
Troviamoci di più ancora
/meritiamo.
Accogliere.
Qualcosa che è inevitabile
il respiro dentro e quello fuori.
Ti sento come siamo e come voglio.
Vibro.
E' il tempo del gelsomino
tutto è morbido.
martedì 1 maggio 2012
Stava strana lei,
pareva appena scesa da un autobus di quelli che tornano dal mare dopo una
giornata prepotente di sole. Le distanze si dilatavano come dentro un vetro fondo.
Non era una bella sensazione, non riusciva nemmeno bene a capire dove iniziava e dove
finiva, ma sicuramente non era una bella sensazione. Si sentiva lontana. Quasi
sembrava che tutte le importanze scelte fino a quel momento si ribaltassero, il
conosciuto diventava sconosciuto, le priorità facevano cerchi concentrici per
poi richiudersi su se stesse. Lei aveva come un branco di bisonti nello
stomaco, impetuosi scalciavano alzando terra e scolorendosi di polvere. Li
sentiva sempre più spesso e allora ricordava ogni volontà e tutti i motivi per
i quali aveva iniziato a muoversi, risentiva se stessa e la paura che
inesorabile sta in ognuno di noi. Aspettava. La nostalgia se la sistemava bene
sulle cosce per accudirla. Aspettava. Di tanto in tanto si sorrideva ed era
lieve. Tra lei e lei. Lieve.
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