Cromosomi
suoi dentro me, eppure distanze abissali volute dagli eventi, da lui e da me,
poi ad un certo punto/immagino. Cercare in quegli occhi e non riconoscere alcun
posto in cui sistemarsi e sentirsi solo naturalmente dentro al suo nucleo. La
stessa natura che ti fa padre e madre a prescindere, anche se padre e madre non
lo sei stato mai. La stessa natura che istintivamente ti fa figlia. Guardarlo
così com’è ora e commuoverti per tanta solitudine, vederlo più vecchio e più
sfatto arrancare ancora nel suo concettualizzare rumoroso. Penso al padre di un
eventuale figlio, che forse non avrò mai, e vibro fino al ventre. Mi interrogo su
questa vita e mi accendo ancora una sigaretta. Mentre fumo penso/penso a tutto
mischiandolo... è antitetica al concetto di relazione l’imposizione di vincoli
e limitazioni. Due persone stanno e basta, si scambiano per quello che sono e
in quello scambio si prende e si da, si cresce e si muta, si sceglie o ci si
ferma. Eventualmente. Fluendo come la cosa più normale che esista. La relazione
altra da noi eppure nostra ...poi arrivo a ragionare sull’essere donna, pronta
ad accettare ogni bambino troppo cresciuto. Che tanto quello che fanno non lo
fanno altro che per incapacità e spesso pigrizia, nulla di troppo personale/nulla
contro nessuno/spesso contro loro stessi. Superficiali come certi loro orgasmi e di azioni involontarie come certe loro erezioni. Spengo la sigaretta respiro lungo, io sono nata
donna.
martedì 31 luglio 2012
giovedì 26 luglio 2012
Poi mettici che mi si secca la pelle
e ci stanno tutte quelle cose che proprio non riesco ad evitare.
Quelle cose e quei rumori e quegl'umori e/
un morso dietro al collo.
Tutto quello che corre in quella direzione
io che tento di restare indietro/inutilmente.
Un lampo di bianco viene a schiaffeggiarmi
e io costretta mi piego verso terra.
C'è una bocca che ti si appiccica alla bocca.
C'è una gallina vecchia che non fa affatto buon brodo.
Tutte le promesse di unicità
/si frantumano
sui muri delle case e dentro ai fiori dei balconi
e sui denti che si stringono e nelle mani che sudano
/si sciolgono
nel bollore di questo inevitabile momento
ricordandomi quanto sia triste ogni infertilità.
e ci stanno tutte quelle cose che proprio non riesco ad evitare.
Quelle cose e quei rumori e quegl'umori e/
un morso dietro al collo.
Tutto quello che corre in quella direzione
io che tento di restare indietro/inutilmente.
Un lampo di bianco viene a schiaffeggiarmi
e io costretta mi piego verso terra.
C'è una bocca che ti si appiccica alla bocca.
C'è una gallina vecchia che non fa affatto buon brodo.
Tutte le promesse di unicità
/si frantumano
sui muri delle case e dentro ai fiori dei balconi
e sui denti che si stringono e nelle mani che sudano
/si sciolgono
nel bollore di questo inevitabile momento
ricordandomi quanto sia triste ogni infertilità.
martedì 24 luglio 2012
giovedì 19 luglio 2012
Si sentiva felicemente sua. Cercava il modo e la maniera, si aggiustava educatamente in tutto quello che provava.... l'intelligenza in queste faccende qua è una rivoltella lucida e carica, pronta a spararti in fronte. C'è questo tempo che ci consuma e il bisogno involontario della sua saliva. Attendeva i giorni di quest'estate infiocchettandoli sul calendario, un nuovo strato di pelle e l'attesa di quel mare magari. Là tutto si sarebbe sistemato, doveva solo aspettare e colorarsi di continuo le unghie... si conosceva più di sempre e non avrebbe voluto mai diventare vittima, per l'ennesima volta, della sua emotività. Lei che certe volte tra i capelli era piena di pappagalli colorati e freschi. Si sentiva di miele per delle cose ma decisa ad avere tutto quello che era certa di meritare. Da qualsiasi parte e per qualsiasi verso. Sarebbe stato infinitamente bello/è stato tanto bello. Era testarda, dura come diamante per certe cose... come diceva lei e basta. Capricciosa e compostamente irriverente. Una femmina piena di stranezze solo sue che badava ai contenuti più che alla forma e cercava la bellezza ovunque. Solo, forse, delle volte nella ricerca di bene si perdeva là dove il bene non c'era e vedeva brillare cose che in realtà in loro trattenevano pochissima luce, ma ormai l'aveva messo in contro... come poteva essere diversa? Però ora era il tempo di decidere per se stessa. Di stare al mondo per quello che voleva e basta. Ostentare più di sempre e piroettare forte... smuovere e smuoversi per non avere mai più paura. Quello che è nostro resta nostro/quello che va via da noi era dell'altro e mai dell'oltre.
martedì 17 luglio 2012
domenica 15 luglio 2012
sabato 14 luglio 2012
venerdì 13 luglio 2012
Che si riesca a fare in un altro modo o che non ci si riesca mai credo non abbia un'importanza fondamentale. Devo muovere le dita e strascicare un po' di tutto questo tutto che mi pesa oggi. Credo sia anche questa fatica di scrivere che è ormai conclamatissima/implosione ma certamente fertile. M'affatico. Ho rapide violente tra gola e stomaco, mi sbattono qua e là e schiumano e confondono e trascinano e smuovono continuamente. Che io stia pretendendo davvero troppo da me... certe volte mi sento così inutilmente profonda, aggrappata a mille intenzioni, valori, ricerche. Mi annoio da sola. Io sono una persona noiosa. La tenerezza in un bimbo che balla muovendo prima l'istinto e poi la ragione mi illumina/ ancora una volta so che è meglio di ogni altra razionale intenzione. L'emotività/l'istinto/quello che è solo perché è. Ho bisogno del nostro tempo bello, fatto di quello che siamo e di tutto il nostro tendere. Sono della stessa passione che sta nei frutti maturi/ho in me quel sapore gustoso e acquoso, che quando lo tieni in bocca ti stringe le guance e sai che hai fatto appena in tempo... sai che un attimo dopo si sarebbe guastato. Guardo tutte le mie insicurezze e cerco di non gonfiarle più/strizzo il fiato mi accarezzo salto sul posto mangio un'albicocca torno al cuore. Se tanto fosse tutto diverso non sarebbe affatto per me. Mi tengo stretta al mio spazio e capisco che semplicemente ognuno ha i suoi tempi per pulirsi/considero la semplicità come fonte inesauribile di energia. Lì io ora voglio stare. Scrivo blaterando lo so, ma fa così tanto bene. Sorrido e fumo ora e già mi sembra che tiri un po' più di aria. Mi passa anche tra le dita, mi alleggerisco e ritrovo la memoria di certi odori.
Spicciati a venire qui/voglio dirlo anche a te.
Spicciati a venire qui/voglio dirlo anche a te.
lunedì 9 luglio 2012
Mi sforzo cerco il dentro più che posso/
ripasso ogni valore.
Mio e di tutto.
E' così forte questo conflitto adesso
/piano piano si fa paura.
La notte mi ha sfiancato più di sempre
il linguaggio mi sembra inadeguato/
io mi sento provvisoria.
En Attendant Godot. Forse. Magari no. Non lo so più.
Le debolezze mi mettono in croce
imparo a concedermele ma fatico che mi sembra impossibile.
E' così inevitabile questo conflitto/
così indispensabile. Così tanto intimo.
Vorrei sciacquarmi dalla paura immediatamente
non nutrire alcuna aspettativa
risolvermi subito.
ripasso ogni valore.
Mio e di tutto.
E' così forte questo conflitto adesso
/piano piano si fa paura.
La notte mi ha sfiancato più di sempre
il linguaggio mi sembra inadeguato/
io mi sento provvisoria.
En Attendant Godot. Forse. Magari no. Non lo so più.
Le debolezze mi mettono in croce
imparo a concedermele ma fatico che mi sembra impossibile.
E' così inevitabile questo conflitto/
così indispensabile. Così tanto intimo.
Vorrei sciacquarmi dalla paura immediatamente
non nutrire alcuna aspettativa
risolvermi subito.
domenica 8 luglio 2012
Ti sembra immobile tra acqua e cielo. Sta lì ma di tanto in tanto quando il mare balla si alza e si abbassa sinuosa... morbida che dentro sembra piena di qualcosa di denso e buonissimo, succoso. La notte, quando nessuno può vederla, si libera da ogni peso e vaga in quello spazio dell'orizzonte... canticchiando tra bolle e pesci. Qualche volta pensa alle gambe per andare a conoscere quello che esiste oltre la sabbia, ma le sembra che tutti quelli con le gambe abbiano spesso troppo amaro. Li scruta quando le nuotando accanto... le passano affianco e lei curiosa subito si fa attenta, li sente nei loro pensieri e crede sia assurdo il loro metodo alla vita. Quanto sarebbe semplice in realtà? Non può dirglielo, non può dirlo a nessuno lei... così, sempre zitta a pelo d'acqua, aspetta un'altra onda per tendersi più viva dei vivi...
mercoledì 4 luglio 2012
lunedì 2 luglio 2012
Mi sento proprio come mi sento. Ti sento proprio dove ti sento. Semplice, molto molto semplice. Ora per tutte le volte in cui vado giù ho anche un terrazzo e una luna che si scolora... quell'attimo di emozione autentica stretta tra le tue braccia. Sei vero, questo mi basta sopra ogni cosa. Affascina la scoperta e ti propone variabili a cui capisci di aver offerto sempre troppa poca attenzione. Mi muovo libera in tutto quello che accade e se anche, in certi momenti, rumori mi spingono la fronte sono fiera di tutto. L'isola felice. L'espansione. Un getto di colori. L'ossigeno di un respiro lungo. Io esattamente come voglio... i miei occhi paralleli ad altri due/assenza di prevaricazioni e sorrisi dentro vasi secchi da annaffiare/eventualmente. Oggi mi rinnovo perché voglio io e perché vuole la natura. Quanto tempo lasciamo a bocca secca, perduto irrimediabilmente nella dimenticanza di ogni suo inevitabile miracolo. Durerà per oggi o per sempre questa mia sensazione di bellezza, ma dovrebbe interessarmi? Slaccio le mani e tengo il tempo con il piede. Nulla di più/a me sembra moltissimo. Quando suono in mutande lui mi vibra addosso e si appiccica/è quasi carnale lo scambio e io romanticamente voglio associarlo a noi. Imparo la musica per non essere mai più immobile. Lo giuro. Sorrido e bevo acqua gelida/algida. Scrivo per trattenere, sintetizzo il possibile e non curo alcuna forma. Imparo l'improvvisazione scoprendomi di grazia.
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