giovedì 21 aprile 2011


E’ venuto a prendermi bagnato e lucido, con i piedi che si appiccicavano sull’asfalto. Sembrava che tutto stesse per liquefarsi. Pioveva così fitto. Guardavamo proiezioni cromatiche spruzzate d’acrilico. E’ venuto a prendermi che sembrava già notte. Tremolavo sulle gambe, mi vedevo come una bimba pura ad una fiera di paese, con una mela stregata tra le mani a guardare con occhi di spugna. Mettevo a fuoco tutto un attimo prima che prendesse fuoco. Eccitata e stordita. Conferme d’amore donato intorno. Quelle braccia sempre pronte, sempre più mie e intanto l’alcool che ci colora di rosa le guance. Ed è come quando le unghie fanno linee sulla pelle. Sorrido - Ora che ogni nodo è sciolto/ora che ogni suono è nuovo. Tutto quello che ci attraversa non può essere più eluso dal presente. Il passato ci costruisce e resta bello, ci fa gli occhi come cunicoli di magia. Ricettività composta per imparare come fare. Per imparare ancora una volta dove e come essere, impregnata e diversa. Esistere di nuovo/nel nuovo. E’ venuto a prendermi senza che io chiedessi nulla, per raccontarmi di quel pezzo di lui che si staccava per sempre, o semplicemente per ricordarmi che devo aspirare più forte. Modulare il fiato per la vita.

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