Stava strana lei,
pareva appena scesa da un autobus di quelli che tornano dal mare dopo una
giornata prepotente di sole. Le distanze si dilatavano come dentro un vetro fondo.
Non era una bella sensazione, non riusciva nemmeno bene a capire dove iniziava e dove
finiva, ma sicuramente non era una bella sensazione. Si sentiva lontana. Quasi
sembrava che tutte le importanze scelte fino a quel momento si ribaltassero, il
conosciuto diventava sconosciuto, le priorità facevano cerchi concentrici per
poi richiudersi su se stesse. Lei aveva come un branco di bisonti nello
stomaco, impetuosi scalciavano alzando terra e scolorendosi di polvere. Li
sentiva sempre più spesso e allora ricordava ogni volontà e tutti i motivi per
i quali aveva iniziato a muoversi, risentiva se stessa e la paura che
inesorabile sta in ognuno di noi. Aspettava. La nostalgia se la sistemava bene
sulle cosce per accudirla. Aspettava. Di tanto in tanto si sorrideva ed era
lieve. Tra lei e lei. Lieve.
4 commenti:
Grazie. Per i bisonti, su tutto.
scrivi benissimo, complimenti.
DelleVolte
Non ringraziarmi.
Loro sono/su tutto.
PSICOTAXI
Grazie...
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