mercoledì 3 agosto 2011

L'ultimo gettone credeva proprio di averlo giocato, ma si sbagliava. Ne aveva ancora uno e per assurdo stava nella stessa tasca in cui aveva nascosto mesi prima fiori di lavanda e un sacco di bisogni. Stava là quel benedetto gettone...
Questa è la sensazione. Più o meno, nella misura in cui io ora riesco a spiegarla. E' come se avessi strappato la bambolina ai calciinculo e ora in piena goliardia mi fosse concesso un altro giro. Inaspettato e vero. Come da sempre.
Sì, che tanto questa storia è fatta così. Ed anche questa volta...
prima una valanga/poi la consapevolezza/e ora solo l'impazienza.
Ho fatto tante considerazioni, mi sono imposta tanti limiti e cercato razionalmente di stare bene. Credendo ingenuamente che certe cose si possono quantomeno "indirizzare". Stronzate. Io per lui/con lui posso azzerare in un minuto ogni struttura logica di vita. Posso spingermi attraverso quel canale luminosissimo solo nostro e perdermi di nuovo come la prima volta.

E devo ancora ritrovare i suoi occhi per sistemarmi dentro di loro e sentirmi a casa. E' che si ama per istinto. Si ama dentro una pulsione che se ne fotte del buon senso e del giusto e del tempo dello spazio del dare e dell'avere del dolore di ogni perdita e della paura di ogni nuova eventuale rinuncia.

Si ama e basta.

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